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Questa del 2020 è un’estate molto particolare per quanto riguarda il marketing turistico, e non poteva essere altrimenti. La pandemia Covid-19, la fase di lockdown, le paure per quanto riguarda gli spostamenti, i viaggi e in generale la vita sociale ha influenzato profondamente la nostra psiche e il comportamento di moltissime persone. È interessante osservare come la promozione turistica dei territori in Italia si sia adattata a questa situazione.

Vince il turismo di prossimità

La scelta alla quale si è rivolta la maggioranza degli italiani è quella di un turismo di prossimità, o comunque nazionale. Una scelta che ha rappresentato l’alternativa più praticabile a fronte dell’altra ipotesi, comunque adottata da molti, di non allontanarsi da casa in quest’anno così particolare. I viaggi fuori dai confini nazionali invece sono stati per gran parte esclusi a priori, per le oggettive difficoltà nello spostarsi e per il timore suscitato dalla situazione della pandemia in molti Paesi esteri, ancora fuori controllo.

Più case in affitto che alberghi

Ecco allora il boom per le richieste di case in affitto, considerate meno rischiose degli alberghi o di altre tipologie di strutture ricettive che richiederebbero la condivisione di spazi comuni con persone sconosciute, o comunque imporrebbero l’osservanza molto rigorosa di una serie piuttosto lunga di misure per limitare il rischio di contagi.
In più, sono state prese in attenta considerazione anche mete che abitualmente non erano di forte richiamo, proprio con l’intenzione di evitare località troppo affollate.

L’assenza degli stranieri

Un quadro che dunque ha inciso negativamente per il sistema alberghiero, e per alcune località che negli anni passati erano meta di milioni di turisti stranieri, come le città d’arte, o certe mete abituate a turisti particolarmente facoltosi come alcune località della Sardegna, la Costiera Amalfitana o alcune isole: anche all’estero la tendenza ad evitare viaggi internazionali è stata del resto molto forte

I territori e le Regioni investono sul marketing turistico

È interessante osservare come, in un anno così particolare, sia decisamente aumentato il volume nelle attività di marketing territoriale e marketing turistico da parte di cluster turistici nazionali e in particolare da parte delle Regioni.

In questo periodo i principali canali televisivi sono affollati da spot che invitano turisti e visitatori a recarsi nelle località italiane di mare e di montagna. Una serie di messaggi che puntano molto sulle bellezze, davvero uniche, del nostro paese, sull’emozione che queste sanno suscitare, e anche su testimonial riconoscibili dal pubblico e identificabili con la loro terra di provenienza.

Esemplare il caso dell’Emilia-Romagna, che per rilanciare la costa romagnola si è affidata al volto e alla voce di Paolo Cevoli, realizzando uno spot che punta sull’allegria e rimarca l’ospitalità del territorio e dei suoi operatori. Ma è solo un esempio: campagne a suon di spot su tutti i principali canali nazionali sono state lanciate da Sardegna, Marche, Basilicata, Friuli Venezia Giulia, Sicilia, Umbria e Puglia.

Una tendenza che sarà importante consolidare

Vale la pena compiere una riflessione su questo aspetto: in un’estate in cui il mercato turistico interno sarà il trend più importante, si investe di più per promuovere i territori. Una scelta che per risultare vincente dovrà però trovare continuità anche nei prossimi anni, una volta superata l’emergenza coronavirus, sia verso il mercato interno che verso quello esterno. Ma paradossalmente quello interno sarà il mercato da curare di più. Saranno discorsi già sentiti, ma l’Italia ha un gran bisogno di promuoversi meglio, in particolare proprio tra gli italiani.

Gli stranieri infatti, seppur fermati in questi mesi dalla pandemia, ritengono il nostro Paese ancora una meta ideale per il turismo, ponendola tra le prime destinazioni al mondo come preferenza. Gli italiani invece avranno l’occasione di “riscoprire” le tantissime bellezze del loro Paese, anche quelle meno conosciute.

Non solo territori vasti: anche piccoli cluster turistici hanno grandi potenzialità

In questo senso potranno avere ricadute estremamente positive anche campagne di marketing territoriale più contenute e mirate rispetto al livello regionale: proprio il desiderio di trovare mete meno battute, che comunque possano offrire occasioni di interesse ambientale, storico, culturale, artistico, enogastronomico offre un terreno favorevole anche a piccoli cluster turistici che abbiano la capacità di cogliere il momento e investire per promuoversi.

Kaiti expansion si occupa da diversi anni di marketing territoriale, e attraverso le proprie divisioni e le professionalità interne è in grado di costruire campagne emozionanti e coinvolgenti, in grado di evidenziare e rendere accattivanti le peculiarità di qualsiasi zona del nostro Paese.