newsKaiti expansion nel passaggio generazionale delle pmi

Molte aziende nate negli anni ‘70 e ’80, e non sono certo poche nella nostra area, si avviano in questi anni a un ricambio generazionale. I fondatori dell’impresa, passano la mano, più o meno lentamente ai figli ai generi o a manager ‘esterni’ (per modo di dire, perché spesso vicini alla famiglia del titolare). Quasi sempre la nuova generazione ha alle spalle una formazione universitaria di prim’ordine, conosce le lingue ha esperienze di studio vita e lavoro all’estero.

Niente di più facile che, prendendo in mano l’azienda, a volte ancora prima di assumerne la piena responsabilità, la nuova generazione decida di investire nel marketing e nella comunicazione, due aspetti che il fondatore aveva poco curato, contando sulla qualità intrinseca del prodotto e sulla sua personale rete di contatti.

Alla ricerca di un partner professionale

La prima esigenza è la professionalità. Se in passato l’impresa si avvaleva di freelance che spesso disegnavano loghi o scrivevano testi come secondo lavoro, il ‘giovane’ titolare in questi casi cerca un partner professionale, con alle spalle una provata esperienza su diversi strumenti di comunicazione e con uno stile di lavoro improntato ai più alti livelli.

Lo vuole capace di offrire una ampia gamma di servizi e al tempo stesso in grado di capire le dinamiche di una realtà radicata nel territorio. A volte la tentazione è quella di rivolgersi alle sedi milanesi delle agenzie multinazionali. Chi lo ha fatto però si è trovato a disagio:  si è trovato affidati a interlocutori molto junior e continuamente cambiati,  riceveva feedback ritardati, a fronte di budget eccessivi. Forse è meglio essere il ‘grande cliente’ di una agenzia di media dimensione che il più piccolo di un fornitore multinazionale.

Il titolare di seconda generazione pretende tutta la qualità che riceverebbe da un ‘big’, ma la cerca in una agenzia che conosce il territorio e soprattutto conosce e rispetta le realtà B2B e di media e medio-piccola dimensione. E in questa ricerca spesso incontra Kaiti expansion.

Passo passo o ‘big bang’?

A volte il cliente di seconda generazione ci chiede di ripartire da zero: un approccio ‘big bang’ in cui su un ‘foglio bianco’ si disegna una intera attività di marketing anche in una logica pluriennale. E’ un compito difficile che impegna tutte le nostre migliori risorse, ma lo svolgiamo volentieri perché rappresenta una base solida da cui partire per svolgere magari in tempi diversi le singole attività.

La parola chiave è ‘personalizzazione’: avere esperienza non significa disporre di un catalogo di soluzioni preconfezionate. Ogni cliente è una storia a se. Ogni progetto e ogni singola soluzione deve essere quindi tagliata su misura.

Altre volte si parte da una esigenza precisa e di breve termine (la partecipazione a una fiera, l’evento che celebra un anniversario dell’azienda, un nuovo logo) e via via la collaborazione si estende, man mano che si crea un clima di collaborazione e di fiducia e soprattutto man mano che il cliente può dimostrare a se stesso (e magari al ‘vecchio’ titolare) l’efficacia delle iniziative di marketing e comunicazione intraprese.

Kaiti expansion esiste da molto tempo ma rimane una azienda giovane: l’età media dei nostri collaboratori è inferiore ai 40 anni. I clienti di seconda generazione trovano da noi un contesto ideale per valutare, progettare e mettere in atto progetti come l’internazionalizzazione dell’impresa, l’apertura di nuove linee di prodotto, il contatto diretto con il mercato o con il cliente finale.

Kaiti expansion può essere, e spesso è stata, il trampolino dal quale la nuova generazione di imprenditori scatta per imprimere all’azienda quella ‘svolta’ che forse da tempo ritiene necessaria e che finalmente può, con il nostro piccolo contributo, mettere in atto.